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La parola pontos in greco antico significa “mare”, mentre nelle lingue neolatine significa “ponte” e in quelle slave “via” (put). In effetti il mare rappresenta sia una via che un ponte per i marinai e coloro che vivono sulla costa. Il mare non conosce confini etnici. Il mare è un elemento liquido che collega sponde, porti, popoli, lingue e culture molto distanti tra loro. In epoche in cui le comunicazioni continentali erano lente e inaffidabili, il mare costituiva la via di comunicazione più rapida e regolare. Il mare incorpora piccole entità etniche in grandi comunità culturali che conferiscono alle prime il senso di un’identità transetnica. Quella che viene qui descritta rispetto ai porti del mare Adriatico è proprio questa esperienza di una cultura adriatica transetnica. Le coste adriatiche e i loro abitanti condividono da lungo tempo temperamento, stile di vita, costumi, attività marinare, lingua e fraseologia, tutti elementi che ne hanno permeato la vita quotidiana e la lingua, soprattutto tra i marinai di professione, le loro famiglie e la più ampia comunità in cui essi vivevano. Le rotte e le mappe create dalle popolazioni della costa adriatica hanno notevolmente migliorato e rafforzato i rapporti tra i porti e tali rapporti hanno a loro volta consentito ai porti di sviluppare delle economie solide. Ancona, Ravenna e Venezia sono i porti italiani che si susseguono lungo la parte nord-occidentale della costa adriatica, proseguendo quindi a est con Trieste e poi con Rijeka, Zara, Spalato e Dubrovnik, tra il Quarnaro e la Croazia meridionale, lungo la costa adriatica orientale.

Ancona rappresenta il punto di inizio di questo ferro di cavallo formato dai centri urbani dell’Adriatico. Il suo porto è un grande porto di transito dell’Adriatico e rimane ancor oggi il più importante porto transadriatico così come lo è stato nei secoli passati, quando fungeva da punto di incontro tra le due coste adriatiche, ossia tra il mondo slavo e quello neolatino. Il particolare paesaggio creato dai container che caratterizza il porto di Ancona, con container incrostati di sale marino e polvere stradale, rappresenta un simbolo dell’economia della città. Ravenna si trova più nell’entroterra ed è collegata al mare dal Canale Candiano. Sebbene la città sia un po’ lontana dalla costa, gli storici ristoranti di Porto Corsini e Marina di Ravenna ne evidenziano le forti relazioni con il mare. Venezia era l’antica capitale dell’Adriatico, costruita su una zona paludosa per proteggerla dalle invasioni barbariche. La sua baia era costituita dall’intero Adriatico e su molte mappe antiche il mare Adriatico viene infatti indicato come il Golfo di Venezia. Il porto di Venezia, con i suoi numerosi magazzini, edifici industriali e l’Arsenale, è diventato uno dei porti più importanti e conosciuti al mondo, soprattutto durante il Medioevo.

Trieste è la città adriatica situata più a nord. Il suo porto è incastonato nel continente europeo. Fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale, Trieste apparteneva all’Impero austro-ungarico ed è storicamente nota come il punto di arrivo della Via della Seta, una delle rotte più importanti della storia. Le caratteristiche geomorfologiche naturali, le infrastrutture ferroviarie e le rotte e i collegamenti eccellenti con la rete nazionale e internazionale hanno reso il porto di Trieste una destinazione efficiente e competitiva per raggiungere i principali mercati dell’Europa centro-orientale. Rijeka, la prima delle città portuali croate, rappresenta oggi il più grande porto marittimo della Croazia. Situato nella parte più settentrionale della baia del Quarnero, come Trieste è vicino alle metropoli dell’Europa centrale per le quali rappresenta uno sbocco per raggiungere i mari di tutto il mondo. Il Museo Marittimo e Storico del Litorale Croato di Rijeka consente di sperimentare con mano le numerose storie riguardanti relazioni, rotte e mappe di quest’area. La solida economia di Rijeka si fonda principalmente sulla pesca e sul terminal dei container e i cantieri navali della città. Zara è stata la capitale della Dalmazia fino alla fine della Prima Guerra Mondiale. La città ospita dei monumenti sacri di grande valore, i più famosi dei quali sono la Chiesa di San Donato, simbolo di Zara, e la Chiesa di San Simeone, contenente un sarcofago in argento placcato in oro con all’interno i resti del corpo del santo. L’importanza storica di Zara è dimostrata dalle numerose mappe antiche che ne ritraggono il vecchio porto situato nella parte settentrionale della città, attraverso cui Zara manteneva relazioni con pressoché ogni località del mare Adriatico, persino, circa un secolo fa, tramite un idrovolante.

Spalato è la più grande città dell’Adriatico orientale. È nota nel mondo per essere la città dell’imperatore romano Diocleziano, ai cui tempi, nel III secolo, rappresentava il centro amministrativo del mondo poiché era da lì che Diocleziano governava l’Impero Romano. Spalato costituisce il centro culturale e l’hub di transito della Dalmazia centrale comprendente le isole adriatiche di Brač, Šolta, Hvar e Vis, con cui la città mantiene strette relazioni. L’area di Spalato è famosa per l’archetipica imbarcazione da pesca denominata gajeta falkuša e per la Rotta di Diomede, la più antica rotta transatlantica che un tempo collegava la penisola del Gargano con il Capo di Diomede (Punta Planka) sulla costa orientale dell’Adriatico. Su questa stessa rotta si è tenuta per secoli la più antica regata di imbarcazioni da pesca a vela da Komiža a Palagruža. Dubrovnik, l’ultimo dei porti adriatici presentati nell’ambito del progetto REMEMBER, come Venezia era un tempo uno stato denominato Repubblica di Dubrovnik. Acquisì la sua preminenza grazie ai commerci, ossia allo scambio di merci tramite la rete di rotte via mare e via terra, ed in particolare grazie al commercio di sale, che rappresentava una delle principali economie della Repubblica di Dubrovnik. Affinché l’economia potesse prosperare, era necessario controllare e aggiornare regolarmente le rotte e le mappe al fine di preservare le relazioni tra l’entroterra e il porto cittadino.

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