Trieste, città dalla chiara vocazione cosmopolita, si trova all’incrocio tra Oriente e Occidente, rappresentando così un punto di incontro strategico non solo per il commercio ma anche per la politica, la scienza e la cultura.
Nel corso dei secoli la sua storia si è intrecciata con lo sviluppo del suo porto.
Nell’immaginario collettivo il porto di Trieste è ricordato per la fama internazionale raggiunta nei primi decenni dell’Ottocento come porto principale dell’Impero Austro-Ungarico, quando i volumi di carico movimentati lo classificarono come il 7° porto al mondo e il 2° porto del Mediterraneo, subito dopo Marsiglia. Questa fortunata circostanza risaliva all’anno 1719 quando l’imperatore Carlo VI concesse ai porti di Trieste e Fiume lo status di porto franco. Il regno del suo successore, l’imperatrice Maria Teresa d’Austria, segnò l’inizio di un’era molto prospera per la città sotto diversi punti di vista. Mercanti e migranti qualificati provenienti da ogni angolo del continente, in particolare dal bacino del Mediterraneo, hanno dato nuova vita al tessuto economico e sociale della città, ponendo le basi per relazioni internazionali e scambi culturali di lunga data. Nel corso dell’Ottocento Trieste ha registrato un’importante crescita demografica, che è andata di pari passo con un impressionante sviluppo dell’urbanistica, delle infrastrutture e dell’industria.
Dal XVIII secolo ad oggi lo status di porto franco internazionale è rimasto una prerogativa e caratteristica peculiare del porto di Trieste. Attualmente comprende cinque Zone franche di cui tre riservate ad attività commerciali e due adibite ad uso industriale.
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