Costruzione navale
Nell’area di Dubrovnik c’erano vari cantieri navali – nella stessa città, sull’isola di Lopud, a Suđurađ, sull’isola di Šipan, e poi a Cavtat, Slano, Koločep e Ston. I costruttori navali ragusei erano conosciuti per la loro abilità. Nel XVI secolo ce n’erano più di cento nella zona di Dubrovnik. Una nave grande la costruivano fino a dieci calafati, mentre tutto il lavoro era controllato dal proto (il capo cantiere). Il legno scortecciato si seccava e s’immergeva nel mare per evitare che il legno si spaccasse e poi si segava in tavole dai tronchi con seghe grandi. Una grande nave la costruiva, in media, una diecina di costruttori.
Equipaggio della nave
Il comandante della nave, il capitano e, allo stesso tempo, anche il proprietario di una parte della nave, si chiamava patrun (il padrone della nave). Le navi commerciali avevano anche uno scrivano (škrivan) che si occupava degli affari amministrativi, controllava i contratti, l’elenco della merce che entrava e usciva dalla nave. Normalmente era un nobile. Sulla nave c’era sempre un calafato per le riparazioni dei danni. Alcune navi avevano anche un fabbro. C’era pure un barbiere che svolgeva la funzione del medico. Il nostromo era il comandante di coperta, cioè, dei marinai e i giovani che studiavano per diventare marinai. I giovanotti e i mozzi di coperta erano inviati dai genitori sulla nave per imparare il mestiere. Nell’anno 1557 il Senato della Repubblica di Dubrovnik decise di concedere il sostegno finanziario ai giovani che imparavano il mestiere sulle navi. Quei giovani ricevevano il credito di 200 ducati da investire nella merce con cui commerciavano affinché imparassero anche l’arte di commerciare insieme alle conoscenze marinaresche. Tornati dal viaggio, i giovani restituivano il credito, però il profitto rimaneva a loro. Il nocchiere assisteva il comandante alla navigazione, però doveva sapere anche cucire e riparare le vele. Alcune navi più grandi avevano anche il pilota che conosceva le carte nautiche, gli stretti, i porti e le correnti marittime. Sulle navi c’erano anche kamerot – il cameriere, kogo – il cuoco e gvardijan – la guardia.
Navicula. – il recipiente per l’incenso in forma della nave. È fatto in forma della caracca ragusea e perciò è un esemplare unico. Si custodisce nel Museo del monastero dominicano di Dubrovnik.
Ormanica ragusea è un tipo di nave da guerra più leggera – si usava per gli inseguimenti, ma anche come vedetta. Aveva un albero con la vela al terzo. Era un’imbarcazione senza ponte con i banchi per i rematori e di solito aveva dodici remi. Aveva un cannone sulla prua (a Dubrovnik denominato pedrijera) e l’equipaggio armato.
Barkuzij raguseo. A Dubrovnik questa nave aveva vari nomi: barcussium / barcosium / barcoso. Era un’imbarcazione simile alla caravella, di grandezza media, a vela e a rema. Aveva la vela latina. I barcosi più grandi avevano due alberi con le vele latine. Il ponte era coperto e sulla poppa c’era il casello per l’equipaggio. Era una nave robusta che poteva resistere al mare molto mosso e poteva navigare per le acque mediterranee. Oltre a Dubrovnik, anche la città di Kotor aveva una ventina di barcosi.
Cocca ragusea. La cocca era una nave corta dai fianchi alti. Nel XIII secolo arrivò dal Mare del Nord al Mediterraneo e l’Adriatico. La cocca è la prima imbarcazione con la soluzione tecnica per il timone centrale fissato con i vincoli al dritto di poppa. È la soluzione che appare già nel 1212 sulla cocca e rappresenta un considerevole progresso nella navigazione.
La cocca era l’imbarcazione dominante nel commercio internazionale nel XIV e XV secolo. Era lunga 23,5 m e larga 5,8 m, con la stazza di circa 200 tonnellate. Aveva una struttura prodiera alta e il cassero di poppa. Era dotata di tre alberi: l’albero di trinchetto con la vela quadra, l’albero di maestra pure con la vela quadra e l’albero di mezzana con la vela latina, e sulla poppa il bompresso con la vela quadra. Sui fianchi c’erano i cannoni per la difesa dai pirati.
Galeone raguseo
La soluzione di progettazione del galeone concilia due requisiti – l’eleganza della nave e l’esigenza di avere una stazza quanto più grande per gli affari commerciali. Il galeone è più corto della galera e più stretto della cocca o della caracca. L’albero di trinchetto e l’albero di maestra avevano le vele quadre, mentre l’albero di mezzana aveva una vela latina.
La stazza della nave era grande. Aveva due, alcuni anche tre ponti, ed era armato con ottanta cannoni di vario tipo. Era la nave da guerra più potente.