Entroterra / Relazioni della città portuale
Le vie marittime proseguivano verso l’interno per le vie carovaniere. Senza l’entroterra dei Balcani le vie marittime commerciali non avrebbero avuto il ruolo che avevano per la vita della città e la sua economia. Una gran parte della merce che arrivava sulle navi dai porti lontani, poi si trasportava per la Via Ragusina (Dubrovački put/drum, dal greco drómos) verso l’interno dei Balcani. Allo stesso modo arrivavano le merci dall’entroterra a Dubrovnik per essere trasportate poi sulle navi ragusee fino alle lontane destinazioni marittime. Il punto di partenza e il punto finale era la località di Tabor (Accampamento) davanti alla porta orientale della città, nella zona di Ploče. La via carovaniera conduceva attraverso la regione di Župa dubrovačka, Trebinje e Gacko, poi proseguiva per Foča, Novi Pazar e Kopaonik fino a Niš dove si univa con l’antica strada romana che portava fino a Costantinopoli. La Via Ragusina era la base della sopravvivenza di Dubrovnik, ma anche un pericolo per la sua libertà perché rendeva possibile un’invasione facile dei potenziali conquistatori fino alle mura della città. Proprio per questo Dubrovnik dovette sviluppare l’arte diplomatica per conciliare gli interessi delle due maggiori forze avversarie. Da una parte gli si trovava la Repubblica di Venezia e, dall’altra, l’Impero Ottomano che lo minacciava dalla terraferma e a cui doveva pagare il tributo per mantenere la libertà. D’altro lato, Venezia comprese i vantaggi per la propria attività commerciale e usava la stessa via attraverso Dubrovnik verso l’interno e faceva la stessa strada in senso inverso.
Le vie carovaniere, per cui la merce si trasportava su cavalli e muli, erano costantemente minacciate dai predoni che vivevano del saccheggio dei commercianti. Comunque, i ragusei si preoccupavano della sicurezza delle carovaniere pagando i soldati che custodivano le strade in vari posti. In tal modo Dubrovnik mantenne il ruolo del centro di scambio commerciale, l’emporio più importante sulla costa orientale dell’Adriatico.
Importazione ed esportazione delle merci, il traffico.
Un importante prodotto d’esportazione era il sale, che non era solo importante per l’alimentazione, ma anche per la conservazione degli alimenti, e per questo divenne monopolio di stato. Dopo aver acquistato la penisola di Pelješac, la città di Ston con le saline diventa il produttore del sale più importante di Dubrovnik, e il sale diventa il prodotto d’esportazione con cui Dubrovnik fornisce l’interno dei Balcani .
Nell’entroterra balcanico i commercianti ragusei vendono pesce, spezie, tessuti, pelli grezze, armi, articoli di gioielleria, e ne trasportano minerali, cera, argento (soprattutto), piombo, e anche il legno dalla Bosnia e dall’Albania che si usa in grandi quantità per la costruzione delle navi. Nel XV e XVI secolo, una considerevole fonte di profitto divenne anche il commercio di minerali quando si sviluppò l’estrazione mineraria. L’argento si esportava in Italia e al resto del Mediterraneo. Il commercio d’argento era economicamente più efficace. Anche Venezia si forniva di tutti i tipi di minerali che i suoi commercianti, via Dubrovnik, trasportavano dalle miniere bosniache.
Molti commercianti di Ancona, Firenze, Ferrara, Siena, che commerciavano tessuti e seta, vengono a Dubrovnik.
Dubrovnik non aveva a disposizione la quantità sufficiente di grano per mancanza delle superfici agricole. Perciò importava il grano dall’Italia meridionale, la Puglia e la Sicilia.
Rotte commerciali.
Il Mediterraneo è il mare della comunicazione marittima più frequentata nella storia della civilizzazione occidentale. Il mare è lo spazio di comunicazione molto più economico della terraferma. Dalla sua fondazione Dubrovnik era una città di commercio, scambio di beni e, innanzi tutto, grazie alla sua attività marittima e le navi, che faceva costruire nei propri cantieri navali, stabilì una rete delle rotte commerciali marittime. Sin dal Medioevo Dubrovnik stende la rete delle sue rotte marittime per tutto il Mediterraneo. La città mantiene i collegamenti più frequenti con le città di Venezia, Ancona, Fano, Ravenna, Molfetta, Bari, Termoli e le città dell’Italia meridionale, ma anche con quelle fuori del Mediterraneo. I contratti commerciali con le città di Spalato, Trogir, Šibenik, Hvar, Ulcinj e Kotor testimoniano delle intense relazioni commerciali tra le città sulla costa orientale dell’Adriatico.
Già nel XIII secolo i ragusei estesero la loro attività commerciale fino ai porti mediterranei, la Siria, l’Egitto e altri porti dell’Africa settentrionale.
L’anno 1358 segnò una notevole svolta perché quell’anno cessò il governo veneziano a Dubrovnik, il che gli permise uno sviluppo accelerato dell’attività e il commercio marittimo. Nella seconda metà del XIV e nel XV secolo continuano a svilupparsi e le rotte marittime si estendono fino alle coste dell’Aragona (Spagna) e la Francia.
Oltre a Venezia, nel XV secolo appare un’altra grande potenza marittima nel Mediterraneo – l’Impero ottomano, a cui Dubrovnik paga il tributo per il diritto del commercio libero.
Nel XVI secolo le caracche ragusee raggiungono i porti europei sull’Atlantico, fino all’Inghilterra. In quel periodo, Dubrovnik possedeva tra 170 e 200 grandi navi, tra le quali si distinguevano particolarmente le caracche – le navi in cui i ragusei uscivano all’Atlantico.