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Trieste

LA SINAGOGA DI TRIESTE

La Sinagoga di via San Francesco fu inaugurata nel 1912 e fu progettata per una Comunità che a quell’epoca contava più di 5 mila membri.

Le sinagoghe pre-esistenti – che dalla metà del Settecento avevano risposto alle necessità di culto degli ebrei triestini e che vennero demolite tutte tra gli anni Venti e Trenta del Novecento – all’interno erano finemente decorate e arredate, ma presentavano esternamente un aspetto anonimo tale da confondersi con le case adiacenti. Per dimensione e per struttura, il nuovo Tempio voleva invece evidenziare l’emancipazione civile e politica finalmente raggiunta nel 1867 e già nel 1870 si cominciò a pensare alla sua progettazione. Nel 1903 venne lanciato perfino un concorso d’idee internazionale, ma alla fine vennero incaricati due famosi architetti locali: Ruggero e Arduino Berlam.

Il Tempio, uno dei più grandi e maestosi d’Europa, appare come una tipica “sinagoga dell’emancipazione”, in cui la sala da preghiera principale, a pianta rettangolare, si articola in tre navate che culminano nell’abside dalla volta a mosaico dorato. Stili diversi s’intrecciano ma sono prevalenti i richiami orientaleggianti, che tornano nelle bifore, nelle colonne, negli intagli e nei caratteristici rosoni che disegnano il Magen David (la Stella di Davide). La sala principale è orientata verso un monumentale Aròn haKodesh (armadio sacro o Arca santa) dalle porte di rame e bronzo sormontato da un’edicola in granito rosa che sorregge le Tavole della Legge scolpite in marmo di Carrara. A incorniciarlo, due grandi menoròt, candelabri di bronzo a sette braccia, che poggiano su una balaustra in marmo. Sulle pareti decorazioni con motivi geometrici, piante bibliche e versetti dei Salmi.

Sull’Aròn si affaccia, dai tre lati, la balconata del matroneo che oggi, per motivi di sicurezza oltre che per le dimensioni ridotte della Comunità, non è più in uso. La separazione tra uomini e donne durante le funzioni viene oggi garantita da una Mechizà (divisorio) in legno posta longitudinalmente a metà della navata principale. Sopra l’atrio si trova un grande organo.
All’esterno l’edificio presenta tre facciate: su via Donizetti, via San Francesco e via Zanetti.

L’accesso alla Sinagoga avviene usualmente dal piccolo loggiato di via San Francesco, anche se l’ingresso principale, usato nelle festività importanti, si trova in via Donizetti. Durante la Seconda guerra mondiale, la Sinagoga fu a più riprese vandalizzata dai fascisti e durante l’occupazione nazista venne adibita a deposito di libri e opere d’arte depredati alle famiglie ebraiche. Gli argenti rituali e l’archivio storico si salvarono dalla razzia grazie a un nascondiglio individuato nell’edificio dal segretario della Comunità Carlo Nathan Morpurgo (Trieste, 1890 – Auschwitz, 1944), che si adoperò in ogni modo per salvare persone e cose finché fu deportato e ucciso.  A lui è stata dedicata la prima pietra d’inciampo posata a Trieste nel 2018, sotto il portico di via San Francesco.

www.triestebraica.it

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