COMUNITÀ GRECO ORIENTALE
Le origini della comunità greca a Trieste risalgono al primo ventennio del ‘700 quando la guerra tra i Turchi e la Serenissima si risolse con la sconfitta delle truppe Ottomane liberalizzando così, con il trattato di Passorowitz del 1718, i commerci marittimi col Levante. L’Austria favorì i traffici con l’oriente individuando in Trieste il porto destinato a queste rotte, concesse particolari privilegi daziari ed emanò dei decreti di tolleranza volti a favorire l’insediamento di non cattolici nella città. Trieste divenne così attraente per i mercanti greci che si stabilirono sempre più numerosi nel corso del XVIII. Nel 1751 fu fondata una comunità composta sia da greco-ortodossi che da illirici ortodossi (oggi chiamati serbi ortodossi) e costruirono nel 1753 una chiesa dedicata a San Spiridione sul Canal Grande di Trieste. Nel 1781 i greco-ortodossi decisero di separarsi dagli illirici e nel 1782 crearono la comunità propriamente greco-ortodossa, che, nel 1795 eresse una propria chiesa, completata dalla facciata neoclassica realizzata da Matteo Pertsch nel 1821. All’interno spicca la fastosa iconostasi decorata da icone del XVIII secolo, alle pareti laterali due grandi tele di Cesare dall’Acqua mentre il soffitto è completamente decorato dal telero di Giacomo Graziosi, rappresentante Cristo in Gloria del 1799.
Nel XIX secolo la Comunità Greco Orientale accrebbe la sua importanza e rivestì un ruolo fondamentale nella vita economica e sociale di Trieste sino alla prima guerra mondiale. Oggi la Comunità mantiene il suo ruolo di punto di riferimento per i greci ortodossi delle regioni a Nord dell’Adriatico, si dedica alla conservazione del suo patrimonio storico e artistico e alla divulgazione della lingua, della cultura e delle tradizioni elleniche.