L’ARSENALE
Studi e ricerche confermano che già all’epoca dell’imperatore Traiano quest’area del porto di Ancona, sotto il Duomo dedicato a San Ciriaco e ai piedi della falesia, ha ospitato opifici di produzione e manutenzione delle imbarcazioni. Nei secoli tante storie si sono avvicendate, e tanti sono gli aneddoti. Come quello che riguarda Papa Urbano V che, nel 1367, decise di rientrare da Avignone via Marsiglia scortato da 23 galee provenienti da Venezia, Napoli, Pisa e Ancona inviate dalla regina Giovanna di Napoli, e scelse di imbarcarsi proprio sulla galea della città dorica con tutto il suo seguito. Sono storie di costruzioni e ricostruzioni – nel tempo la dimensione e la diversificazione si è trasformata, e durante la guerra il cantiere venne bombardato e distrutto; sono storie di battaglie civili per i diritti dei lavoratori che permangono nell’etica pubblica della città e del territorio; sono storie di innovazione progettuale e di strutturata capacità industriale. Memorie e competenze valorizzate dalla Fincantieri che ha reso lo stabilimento e il bacino di Ancona un polo di eccellenza per la produzione delle grandi navi da crociera, con il sito dorico che si conferma un riferimento essenziale sulla dorsale adriatica con Trieste, Monfalcone e Marghera. Già negli anni ’80 l’azienda è tra le prime a intercettare la nuova tendenza dell’industria turistica nel comparto crocieristico e a proporsi sul mercato facendo valere l’esperienza acquisita come costruttore di transatlantici. La memoria va ai primi anni del ‘900 , quando il Gruppo si distingue a livello mondiale per la capacità di realizzare navi uniche per design, eleganza, allestimenti interni e soluzioni ingegneristiche, con costruzioni mitiche e insuperate, su tutte il ricordo rimanda al Rex. Questa legacy trattenuta nel sito di Ancona e alla sua vocazione legata alla produzione di imbarcazioni sempre diverse in ogni epoca ma sempre aderenti ai bisogni e ai desideri della committenza, ha favorito lo sviluppo della cantieristica e delle professioni del mare, e anche l’affermazione del distretto che produce super yacht per i mercati mondiali del lusso. Al centro dell’insediamento, sul confine tra le mura medievali, il porto antico e l’Arco di Traiano, svetta la leggendaria gru a cavalletto bianca e rossa che identifica il porto di Ancona, un segno-segnale un punto cospicuo di riconoscimento. Tra i tanti cantieri adriatici che connotano Venezia-Marghera e Trieste- Monfalcone, quella gru che si vede da terra dal cielo e dal mare è solo Ancona.
Testo: Cristiana Colli