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LA STORIA DEL PORTO DI TRIESTE
Il Porto di Trieste assurge a fama internazionale nel primo decennio del XIX secolo come primo porto dell’impero Austro-Ungarico. Questa fortunata circostanza si verifica all’inizio del XVIII secolo quando l’imperatore Carlo VI d’Austria lo proclama “Porto Franco”. Da allora questo importante regime rappresenta la caratteristica peculiare del Porto di Trieste. Nella seconda metà del XIX secolo grazie al collegamento ferroviario con Vienna lo scalo triestino assume una funzione di transito che spinge le autorità asburgiche a dare il via al primo grande piano di ampliamento delle strutture portuali: nella seconda metà dell’Ottocento viene infatti realizzato il complesso oggi noto come Porto Vecchio.
Con l’apertura del canale di Suez fioriscono i traffici del porto con il Medio ed Estremo Oriente rendendo presto necessaria un’ulteriore espansione degli impianti portuali. Tale progetto viene completato in gran parte solo agli inizi del XX secolo dopo il ritorno di Trieste all’Italia: nasce così il Porto Nuovo. Dopo la seconda guerra mondiale il porto riemerge sviluppandosi e adattandosi alle mutate condizioni geopolitiche. Un salto di qualità nel volume dei traffici si compie alla fine degli anni ’60 con l’apertura dell’oleodotto transalpino e agli inizi degli anni ’70 con il completamento del terminal contenitori.
In seguito il porto si arricchisce di nuove infrastrutture funzionali alle esigenze della moderna logistica e con l’inizio del nuovo secolo registra, anno dopo anno, un forte sviluppo dei servizi intermodali. Punto Franco, caratteristiche geomorfologiche naturali, infrastruttura ferroviaria, ottimi collegamenti con la rete nazionale e internazionale, fanno oggi del Porto di Trieste una destinazione efficiente e competitiva per raggiungere i mercati di riferimento dell’Europa centro-orientale.
