Patrimonio culturale della città portuale di Dubrovnik
Dubrovnik è il porto storico più importante della costa orientale dell’Adriatico. La sua posizione geografica orientata verso il mare aperto dell’Adriatico meridionale e i collegamenti con il retroterra balcanico gli consentirono di commerciare via mare e terra il che era la base del suo sviluppo e del benessere. I due venti dominanti – la bora (NNE) e lo scirocco (SE) permettevano di navigare con successo partendo dal porto verso le acque mediterranee (NNE) e ritornando a Dubrovnik dai viaggi lontani fuori dall’Adriatico. Il porto vecchio di Dubrovnik è aperto verso il sud e i venti meridionali da cui è in parte protetto dall’isola di Lokrum e il frangiflutti, mentre dalla bora lo protegge il monte Srđ.
La fondazione della città è collegata all’invasione degli avari e gli slavi all’Adriatico quando distrussero l’antica città romana di Epidaurum che si trovava dove oggi si trova la cittadina di Cavtat, al sud di Dubrovnik. I fondatori del nuovo insediamento da cui poi si formerà Dubrovnik, erano i fuggitivi della città romana distrutta.
All’inizio la parte sudoccidentale di Dubrovnik era un’isola separata dalla terraferma da un canale e, così, i primi abitanti erano ben protetti. Con il tempo, il canale si riempiva e alla fine divenne penisola. Dubrovnik si formò sulla base rocciosa difficilmente accessibile il che forniva protezione agli abitanti originari durante le invasioni dei barbari dall’entroterra. Già nel X secolo la città si estese e si circondò dalle mura. Nel XII secolo fu definitivamente riempito il canale che separava la parte più vecchia della città dalla terraferma. In quel periodo fu formato il porto sul posto in cui ancora oggi si trova il porto antico di Dubrovnik, ma era aperto ai venti orientali e quelli meridionali e perciò era molto insicuro per le navi che ci si trovavano. Appena nel XV secolo il costruttore raguseo Paskoje Miličević fece costruire un frangiflutti all’entrata del porto. Il frangiflutti che ancora oggi ci sta si chiama Kaše e originalmente ce n’erano due passaggi, entrate al porto, uno per le imbarcazioni piccole e l’altro quelle grandi.
All’inizio del suo sviluppo come città-stato marinara nell’Adriatico, Dubrovnik era sotto la sovranità bizantina. Esiste tutta una serie di contratti commerciali con varie città-stato sulla costa occidentale dell’Adriatico risalenti al XII secolo, nonché quelli con gli stati dell’entroterra. Quei documenti confermano il ruolo della Dubrovnik medievale come una città portuale importante i cui importanza e potere crescevano grazie all’esercizio dell’attività commerciale via mare e terra, cioè, tra il Mediterraneo e l’entroterra balcanico.
Nel XII Dubrovnik divenne intermediario nel commercio fra il Mediterraneo e il retroterra balcanico e manterrà il ruolo dell’emporio fino alla sua caduta. Nonostante la sovranità bizantina, Dubrovnik mantenne un elevato livello di autonomia, diretto da un priore che più tardi otterrà lo status del rettore di un governo aristocratico.
Nel 1205 Dubrovnik fu presa dai veneziani e cominciò il periodo della dominazione veneziana che durò fino al 1358. Il governo della Serenissima limitò l’autonomia di Dubrovnik e nomina il rettore veneziano che difende gli interessi veneziani. In quel periodo, nonostante le limitazioni, il territorio si espande. Nel 1252 al territorio di Dubrovnik fu incorporata l’isola di Lastovp, nel 1333 la penisola di Pelješac e nel 1345 anche l’isola di Mljet.
Durante il periodo del governo veneziano Dubrovnik sviluppa l’attività commerciale con le città costiere italiane sulla costa occidentale dell’Adriatico. Ci sono vari contratti commerciali risalenti a quel periodo, p. es. con Split (Spalato), Trogir (Traù), Hvar (Lesina), Kotor (Cattaro), Ulcinj (Dulcigno) e Senj (Segno). Nel XIII secolo l’attività commerciale si espande dall’Adriatico al Mediterraneo, particolarmente alla Siria e i paesi mediterranei dell’Africa.
Nell’anno 1358 Venezia dovette rinunciare al territorio sulla costa orientale dell’Adriatico a base del trattato di pace conosciuto come la “Pace di Zara”, stipulato il 18 febbraio tra il re croato-ungherese Luigi I d’Ungheria e la Repubblica di Venezia con cui la Serenissima perdette il dominio sul territorio dell’Adriatico orientale. Così Dubrovnik si trovò sotto l’autorità nominale del re d’Ungheria, Croazia, Dalmazia e Slavonia. Trattenne lo status di comune, mentre la denominazione repubblica cominciò a usarsi verso la metà del XV secolo.
Gia nel Medioevo a Dubrovnik prevalse il popolo slavo, croato, a cui si assimilò la popolazione romana autoctona. La lingua dalmatica, come una lingua romanza a sé, fu soppressa dalla lingua slava, croata, la quale eppure mantenne numerose parole d’origine romanza.
Nel XIV continua lo sviluppo del commercio già ben consolidato con l’entroterra balcanico. Tramite le vie carovaniere la merce ragusea si trasporta in Bosnia e Serbia. Il commercio via terra era ancora più intenso di quello marittimo fino all’inizio del XIV secolo, però nella seconda metà del XIV secolo il volume del commercio marittimo di Dubrovnik supera notevolmente quello via terra. Siccome Venezia aveva ritirato le proprie navi dalla flotta mercantile di Dubrovnik, nel XIV secolo a Dubrovnik si sviluppa più intensamente la costruzione navale delle imbarcazioni commerciali più grandi. Nella seconda metà del XIV secolo s’intensificò l’attività commerciale via mare. Si ravvivarono i rapporti commerciali con l’Italia meridionale, Sicilia ed Egitto e nel XV secolo furono stabiliti i legami commerciali con l’Aragona (Spagna) e con i porti mediterranei della Francia.
Nel XIV appare una nuova forza nel Mediterraneo – l’Impero ottomano con cui Dubrovnik stabilisce dei rapporti. Nell’anno 1430 Dubrovnik ottenne il fermano (decreto) emanato dal sultano di poter commerciare su terra e mare. Dal 1459 Dubrovnik pagava il tributo all’Impero ottomano per la libertà di commercio.
Dubrovnik aveva il privilegio del commercio del sale che era una merce strategica molto importante. La piccola città-stato possedeva le saline della città di Ston e il privilegio del commercio di sale esclusivo dalla foce del fiume Neretva (Narenta) fino alle Bocche di Cattaro.
L’anno 1526 apportò lo scambio di sovranità. Quell’anno l’esercito croato-ungherese subì lo sconfitto nella battaglia di Móhacs (vicino al confine croato-ungherese) dall’esercito ottomano al comando del sultano Solimano I Il magnifico. Dopo quell’avvenimento la Repubblica di Dubrovnik smesse di pagare il tributo al re croato-ungherese il cui governo di Dubrovnik si estinse.
Nel XVI secolo le navi ragusee espandono la loro attività commerciale all’Atlantico. Le caracche ragusee navigano fino ai porti inglesi. In quel periodo Dubrovnik possedeva 200 grandi navi mercantili. Le caracche ragusee erano tra i velieri più grandi del mondo nel XVI secolo.
Nel XVII secolo, quando si intensificò il commercio attraverso l’Atlantico, Dubrovnik visse un calo del commercio, ma anche le conseguenze del terribile terremoto che lo colpì nel 1667. Fu colpito anche economicamente perché l’attività commerciale diminuiva. Eppure, riuscì a ricostruire la città e a rinnovare la propria flotta mercantile. Alla vigilia della caduta, Dubrovnik possedeva 280 navi e un forte potenziale economico.
Le navi ragusee erano esposte agli attacchi delle navi pirate. I ragusei non avevano una flotta militare e perciò armavano le navi mercantili. Possedevano alcune galee e fuste con cui si opponevano ai pirati che li minacciavano. La piccola città-stato iniziava raramente le battaglie navali, ma partecipava a volte nelle guerre in cui combattevano le flotte dei suoi sovrani. Dubrovnik estendeva il suo territorio acquistando le nuove terre, non conquistandole nelle guerre. Le navi mercantili ragusee erano sempre armate per poter opporsi agli eventuali attacchi dei pirati. Il governo della Repubblica di Dubrovnik conduceva una politica intesa a evitare i conflitti per mantenere la neutralità. Il suo interesse particolare era mantenere le buone relazioni con l’Impero ottomano. I ragusei evitavano di partecipare nelle guerre che combatteva la marina militare turca, però, in qualche occasione dovevano trasportare le armi per i loro bisogni.
I naviganti ragusei erano molto apprezzati a Dubrovnik e perciò lasciarono un’impronta profonda nella memoria collettiva. Di loro si raccontava, le loro imprese diventarono delle leggende e ad alcuni capitani e armatori Dubrovnik diede i maggiori riconoscimenti. Uno dei marittimi più famosi fu, sicuramente, Miho Pracat Pracatović (1522 – 1607) che lasciò una gran parte dei suoi beni materiali in beneficenza e per questo la Repubblica gli fece erigere un busto nell’atrio del Palazzo del Rettore. Nell’attività marittima si distinsero anche la famiglia Ohmučević di Slano, il navigante Vice Bune dall’isola di Lopud e la famiglia Sagroević dall’isola di Šipan. Nikola Sagroević fu l’autore delle opere sulla nautica tra cui fu conservato il suo trattato sulle maree “Ragionamenti sopra le varietà dei flussi et riflussi del mare oceano occidentale”, pubblicata a Venezia nel 1574. Si distinse anche la famiglia Stjepanović Skočibuha. Nel XIX secolo, l’armatore Ivan Račić (1845 – 1918), originario del villaggio di Plat vicino a Cavtat, lasciò la sua ricchezza in beneficenza.
Il primo cantiere navale di Dubrovnik si trovava nella parte settentrionale dell’odierno porto vecchio della città. Il nuovo cantiere navale fu fondato nel 1526 nel porto di Gruž. Oltre ai ragusei, ci lavoravano anche molti costruttori navali dall’isola di Korčula (Curzola) che era il centro della costruzione navale adriatica.
Nei documenti appare la denominazione navis nel significato generico di nave, e barka per un’imbarcazione più piccola.