IL RIONE ARCHI
Il rione Archi, di fronte al Mandracchio e a Porta Pia, alle spalle della Mole Vanvitelliana, e ai piedi della collina di Capodimonte, è un luogo identitario, particolarmente legato alle storie del porto. Animato e vitale è il quartiere più multietnico della città, una comunità di comunità che risuona nei locali, nei negozi, nelle attività e nelle culture contemporanee che si incontrano e si intrecciano. L’edificazione del rione Archi è degli inizi dell’800, ed è correlata alla costruzione di Porta Pia – eretta in onore di papa Pio VI – che contribuirà a trasformare questa parte di città con residenze, magazzini, negozi e botteghe, e immancabili i caratteristici porticati.
A metà dell’800 agli Archi c’era anche un teatro, e vicino al Lazzaretto furono costruiti alcuni mitici stabilimenti balneari – il primo, nel 1835, fu lo Stabilimento Dorico – un’avanguardia dell’Adriatico – seguito dal Marinelli e dai Bagni della Salute. Queste strutture delle origini offrivano cabine su palafitte, e una rete di protezione proteggeva la zona di balneazione. E’ dello stesso periodo la nascita di società sportive di eccellenza – la Stamura, con la Casina dei Bagni come polo natatorio e di ormeggio dei natanti sportivi, e la polisportiva “Jolanda”. La chiesa del Santissimo Crocifisso – costruita nel 1835 – fu ricostruita a metà del ‘900 su progetto del grande architetto Gaetano Minnucci, autore anche del mercato ittico e del palazzo della Rai. Oggi, come alle origini, il rione Archi è al centro di importanti programmi di riqualificazione e rigenerazione urbana.
Testo: Cristiana Colli
Biografia
Oliviero Fiorenzi (1992), nato ad Osimo da dieci anni vive e lavora a Milano. Vivendo tra questi due contesti, ha sviluppato una particolare sensibilità per il tema del paesaggio. E attraverso il suo vissuto personale, costruisce un complesso apparato segnico figurativo; grazie al quale entra in relazione con il contesto in cui opera producendo installazioni pittoriche e scultoree. Ha esposto in gallerie, fondazioni e musei tra cui: The Address a Brescia, Sonnenstube a Lugano, Fondazione Feltrinelli e La Triennale a Milano, Ex-Dogana a Roma, La Mole di Ancona e la Manifattura Tabacchi di Firenze.
Statement
Oliviero Fiorenzi, attento alle variabili presenti nel contesto in cui opera, sviluppa la sua ricerca grafica/pittorica a partire dal suo vissuto personale, attingendo all’immaginario che sviluppiamo negli anni dell’infanzia e dell’adolescenza. Questo è il periodo in cui esperiamo il mondo attraverso le forme del gioco, ed è proprio attraverso queste esperienze, vissute e poi metodicamente ricordate, che Fiorenzi ha sviluppato la sua mitologia personale: un alfabeto visivo in costante aggiornamento, strumento con il quale costruisce a seconda del progetto, nuove architetture di significato.