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La via di Diomede

Con il nome di un personaggio dell’Iliade di Omero, con il nome di Diomede – eroe della guerra di Troia, che dopo la caduta di Troia cerca rifugio sulle coste dell’Adriatico, è stata chiamata la via di comunicazione marittima che collega la penisola del Gargano con la penisola Hilika (Punta Planka – Promontorio  Diomedeo) vicino a Šibenik. Su questa rotta marittima transadriatica, la più frequentata nell’età antica e nel medioevo, si trova l’isola di Issa (Vis), a quel tempo il più importante crocevia marittimo dell’Adriatico e il luogo di origine della civiltà urbana sulla costa orientale dell’Adriatico. Le antiche testimonianze scritte in cui i fatti storici s’intrecciano a volte con miti e leggende e con reperti archeologici  nella terra insulare e nei suoi fondali marini, si uniscono a formare un mosaico in cui s’intravedono i primordi di un piccolo, ma validissimo mondo  insulare il cui significato storico e il cui destino saranno segnati dal mare e dalla navigazione nel corso di tutta la sua storia. Sulla rotta Diomedea  lo scorso millennio navigavano le falkuše comisane, con il maestrale in quarto di poppa, in direzione di Palagruža e facevano ritorno a Komiža con i barili pieni  di sardine sotto sale, veleggiando con lo scirocco ugualmente in quarto di poppa. La direzione ideale del soffiare dei venti dominanti adriatici di maestrale e di scirocco ha permesso la millenaria continuità della navigazione sulla rotta  Diomedea.

Come popolo marinaro, i colonizzatori greci portarono sull’isola di Vis dalla loro patria, Siracusa,  non solo l’arte altamente evoluta della costruzione navale e della navigazione marittima,  ma anche  la loro arte della pesca. Ne sono testimonianza alcuni reperti  archeologici sull’isola di  Vis come  i  pesi in ceramica per le reti  e gli ami in bronzo, la figura di delfino sul rovescio della moneta isseica e sul mosaico pavimentale delle terme romane a Vis, e le figure di pesci sui vasi isseici.

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