La pesca
Il medioevo ha lasciato scarse tracce della vita sull’isola di Vis. Sulla pesca non ci sono documenti scritti. L‘archivio del comune di Hvar, a cui apparteneva l‘isola di Vis con tutto il suo arcipelago, fu incendiato durante l‘attacco navale turco a Hvar nell‘anno 1571. L‘incendio distrusse i documenti sulla pesca che probabilmente su queste isole, nel medioevo, era molto evoluta. Possiamo affermarlo in quanto i primi documenti scritti sulla pesca giunti fino a noi risalgono al XVI secolo e parlano della pesca di grandi quantità di pesce azzurro e di un gran numero di pescatori e barche e attrezzi da pesca sull‘isola di Vis a quel tempo.
Le isole dalmate passarono sotto la dominazione di Venezia nell‘anno 1420 e questo potente impero adriatico diventò un grande mercato di pesce sotto sale che si produceva soprattutto sull‘isola di Vis.
Il primo documento che si conosca sulla pesca del pesce azzurro intorno all‘isola di Vis la ricorda come un‘isola abitata da pescatori “che ogni anno in maggio pescano e salano enormi quantità di sardine” (Palladius Fuscus 1508.). La notizia dell‘abbondanza della pesca sull‘isola di Vis è confermata anche dal sindico di Venezia per la Dalmazia e l‘Albania, Giovanni Battista Giustiniano, nel suo Itinerario, al ritorno dal viaggio d‘ispezione in Dalmazia nel 1553. Nella sua relazione egli riferì che “i pescatori dell‘isola di Vis avevano pescato in un solo giorno tre milioni di sardine”. Questa quantità corrispondente a circa centoventimila chilogrammi è la prova del grande sviluppo della pesca e della lavorazione organizzata del pesce pescato, nel sedicesimo secolo, sull’isola di Vis.
Di questa ricchezza che il mare offriva all‘isola parla anche la Relazione sulla Dalmazia – Izvještaj o Dalmaciji dell‘anno 1575 che al Serenissimo Principe – il doge di Venezia – presentò Antonio Giustinian, il quale a proposito del comune di Hvar afferma che “possiede quell‘isola di Vis, piena di ricchezze, dove si pescano tante sardine che quella dogana si dà in appalto per quattromila ducati l‘anno”.
Queste prime notizie sulla pesca dell‘isola di Vis dalla penna di uno scrittore e funzionario statale non sono notizie sugli inizi della pesca su quest‘isola. Per poter pescare in una notte 120 tonnellate di pesce senza mezzi ausiliari che sostituissero o aumentassero la forza delle braccia dell‘uomo, si dovette acquisire per secoli la cognizione della costruzione navale, della navigazione, della pesca e della conservazione del pesce.
Forse le fonti storiche distrutte dall‘incendio dell‘archivio di Hvar nell‘anno 1571 condurrebbero nelle profondità dei tempi fino all‘origine dell‘esperienza marinaresca e della pesca che i nuovi venuti croati ereditarono certamente dalla poco numerosa popolazione greca e romanza sulle isole dalmate, dove si stabilirono nell‘altomedioevo giungendo sul Mare Adriatico dalle lontananze del continente.
Nonostante Venezia nel corso di tre secoli avesse perseguitato i voigari e sequestrato e dato fuoco alle loro reti per un pregiudizio sulla loro nocività, ma anche per gli interessi dei ricchi proprietari delle reti tratte, la pesca con le voighe nelle acque dell‘arcipelago di Vis restò il modo di pesca dominante e si mantenne in uso fino a tutta al metà del ventesimo secolo.f is confirmed by etymologists.