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Paesaggi Portuali
Ancona

LE CHIESE DEL PORTO

Il porto dei luoghi, delle persone, dei lavori; il porto dei monumenti e dei rituali, dei volti, delle storie e delle tradizioni; il porto delle identità, delle lingue, delle prospettive e delle memorie di luogo. E’ una lettura d’autore quella che Gian Luca Favetto ( Torino, 1957) –  poeta, giornalista, scrittore, drammaturgo italiano – ha costruito per il porto dorico su committenza dell’Autorità di sistema portuale del mare adriatico centrale. Gian Luca Favetto scrive sul quotidiano la Repubblica, ed è una voce storica di Radio Rai. Ha ideato il progetto Interferenze fra la città e gli uomini. Tra i suoi lavori più celebrati: Se dico radici dico storie, le poesie Mappamondi e corsari, l’audiolibro I nomi fanno il mondo, il romanzo La vita non fa rumore, il racconto Un’estrema solitudine.

Testo: Cristiana Colli

 

LE CHIESE DEL PORTO

di Gian Luca Favetto

Un abbraccio tutto da percorrere. Si può misurare con gli occhi e, più ancora, con i piedi. A falcate. Passo dopo passo puoi farne esperienza. Un viaggio in sette tappe, dal mare alla sommità di un colle. Dal porto a San Ciriaco. Di chiesa in chiesa. Partendo dal luogo dove il porto si collega alla città.

Si comincia con la Chiesa del Santissimo Sacramento, XVI secolo, in piazza della Repubblica, dove sono ben accomodati anche il palazzo della Rai, il palazzo della Banca d’Italia e il Teatro delle Muse. Ricostruita nella seconda metà del Settecento, sobria e severa, dà le spalle alle banchine. Non teme ciò che viene dal mare.

La Chiesa di Santa Maria della Piazza, XIII secolo, è la seconda tappa e il primo importante luogo di culto della città. Con la sua nudità bianca che traguarda Portella Santa Maria, il sereno spazio interno suddiviso in tre navate, è un gioiello che rende contemporaneo addirittura il Medioevo.

Risalendo via Pizzecolli, la Chiesa di San Francesco alle Scale, XV secolo, fondata dai francescani, accoglie con impettita eleganza il viaggiatore. La sua ampia scala e la facciata chiara, brillante, incastonata in una architettura ocra, sono un invito. Mostra la delicatezza del pizzo e restituisce un senso di vertigine. Con la sua imponenza segreta osserva il mare lontano e le colline verso Falconara.

Quarta tappa del cammino: la Chiesa del Gesù, inizio XVII secolo, riammodernata nel Settecento da Luigi Vanvitelli, di fronte al Palazzo degli Anziani appare improvvisa con una scala semiellittica e quattro bianche colonne, due squadrate e due circolari. La facciata concava duplica l’abbraccio con il porto e allunga la vista fino alla Mole, altra creazione di Vanvitelli. Si tengono d’occhio.

Occasione per la quinta sosta è la Chiesa dei Santi Pellegrino e Teresa conosciuta come Chiesa degli Scalzi, XVIII secolo, in piazza Senato vicino al palazzo del Senato. Inglobata negli edifici che l’affiancano, si spinge quasi a strapiombo sul porto: là sotto c’è il Molo Wojtyla. Anche per questo la grande cupola in rame sembra voglia proporsi come faro.

Una piccola deviazione conduce alla sesta tappa, la Chiesa di San Gregorio Illuminatore, XVI secolo, più volte modificata fino a metà del XVIII secolo, poi affidata alle benedettine armene. Un po’ appartata, fa da spalla al cuore antico della città raccolto nello spazio suggestivo dall’Anfiteatro romano.

Infine, il Duomo, la Cattedrale di San Ciriaco, XI secolo, è un approdo in cui il romanico incontra il bizantino. Con i suoi duemila anni di storia è lei stessa un abbraccio in forma di pietre e colonne. Un esempio di bellezza – non per niente si staglia dove prima sorgeva il Tempio di Afrodite. Si rispecchia nel porto e il porto sembra attendere a braccia aperte il Duomo. Che, fotografato dall’alto, appare come un bastimento pronto al varo.

Se con una matita si traccia sulla mappa cittadina questo percorso appena compiuto, l’immagine che emerge è quella di un cavallo rampante stilizzato. Anzi, di un cavalluccio marino. Osservate con attenzione, si vede bene un cavalluccio marino che, uscito dal porto, si distende fino a San Ciriaco.

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